F. "Domani danno bel tempo. Andiamo a fare un giro in vespa?"
Io. "Si dai, basta non partire troppo presto come fai di solito te! Ma dove si va?"
F. "Gianni mi hanno parlato della Pietra di Bismantova."
Io. "Boh? Cos'è? Dov'è?"
F. "Mah, si va verso Aulla poi si sale su per Reggio Emilia...ma è subito lì vicino!"
Così ha inizio un giretto domenicale di 330 km "...ma non ti preoccupare, è lì vicino!!"
Il giro in realtà ha inizio con la sveglia alle 7.40, dopo una serata passata con le gambe sotto il tavolo di Brùton, birrificio artigianale nel lucchese; quindi la sveglia è stata più che altro un problema!
Prima tappa obbligatoria, Bar Livorno per il caffè che lo cerco alla mattina sennò il cervello non si avvia... Pieno di miscela sull'Aurelia e si parte! Non è freddissimo, ma neanche caldo. Diciamo che l'aria fresca si fa sentire e le ditina dentro i guanti iniziano presto a congelarsi ma basta suonare un po' il pianoforte che si riscaldano subito! L'Aurelia fino ad Aulla scorre tra una rotonda e un semaforo, ormai la si fa ad occhi chiusi e ancora dormienti da quante volte l'abbiamo percorsa in questi anni.
E poi, stupore e meraviglia, non s'imbocca la statale 62 della Cisa, che anche su questa potrebbero farci un monumento dopo tutte le volte che ci siamo passati, ma la statale 63 che porta al Passo del Cerreto. Strada umidiccia ma spassosa, anche se pensavamo ci fosse qualche curvetta in più; cappuccino per riscaldarci al bar del passo e via che si scende verso Castelnovo ne' Monti ...mentre scendevamo canticchiavo "ma il cielo è sempre più blu lallalalala lallala..." SOLO ALL'ORIZZONTE PERO'! Ci siamo fatti tutto il passo con il cielo coperto ma in lontananza si intravedevano spiragli azzurri.
Però i colori dell'autunno mi hanno fatto passare il pensiero del cielo coperto! Abbiamo attraversato strade con degli alberi dalle foglie arancioni, ma così arancioni che me li sarei portati via! Ce n'erano alcuni con le foglie talmente gialle che mi chiedevo se era più gialla la mia vespa o le foglie di quegli alberi! Con tutti questi colori negli occhi arriviamo alla Pietra. Ci siamo fermati per la foto di rito con le vespe ma svogliati come siamo, non abbiamo fatto nemmeno il percorso da venti minuti per raggiungere la cima, sarà per la prossima volta!
Ripartiamo ma decidiamo di cambiare strada, così ci dirigiamo verso il Passo della Pradarena. Siamo anche passati da Ligonchio...il paese di Iva Zanicchi! Pensavo ci fossero tre case e che tutti facessero Zanicchi di cognome, invece è un paesone grande e poi oh, almeno ho visto dov'è!
Appena passato Ligonchio la strada inizia a salire, bella, bellissima, tutta colorata, con la vista sulla vallata che ci siamo lasciati alle spalle. Ai lati della strada compare la neve, le foglie sugli alberi sono sempre più scure e sempre di meno. La strada sale, guardando indietro vedo che siamo sopra le nuvole...fino ad ora lo avevo visto solo in aereo il cielo blu sopra le nuvole! Fantastico! Finisce la zona d'origine del parmigiano reggiano e si arriva sul passo a 1579 metri slm dove l'aria non è più frizzante, è proprio fredda! Ma il panorama lascia senza fiato.
Purtroppo dobbiamo ripartire subito, dobbiamo iniziare a scendere che oggi fa buio presto. Inizia la zona d'origine del farro della garfagnana e penso che chi abita su passi appenninici sia affetto da crisi didentità! Secondo cosa mangiano un giorno son lucchesi, un giorno son reggiani...
Di qua dal monte è tutto più verde, i colori dell'autunno che ci hanno accompagnato nella salita sono rimasti di là e in garfagnana potrebbe sembrare primavera. Anche qui la strada la conosciamo molto bene e tornare a casa è quasi una noia, talmente una noia che la mia ruota posteriore decide di forarsi di soppiatto mentre facciamo miscela a Diecimo! In pratica, ci fermiamo al distributore, facciamo quello che c'è da fare e al momento di ripartire la ruota dietro era totalmente a terra. Ora vorrei che qualcuno mi spiegasse secondo quale logica o fisica o chissà che diavoleria, la ruota era bella gonfia fino a che non ha smesso di girare e dal momento in cui si è fermata...puff! Sgonfia, a terra! E non è nemmeno la prima volta che mi succede ma la seconda e, coincidenza, sempre in garfagnana. Ma ci vuole anche questo in un viaggio in vespa!
Il rientro poi è andato tranquillo fino a casa...
...330 km al freddo ma col sorriso stampato in faccia!