Sono una corda tesa, prima di ogni incontro di questo genere mi prende una crisi di circolazione del sangue, mi si congelano completamente le mani ma ho le orecchie che prendono fuoco. L'autobus non va, è lento, c'è traffico...arriverò all'appuntamento in ritardo.
Le mie mani si riprendono, mi dico di stare calma e poco alla volta ci riesco. Arrivo, lo cerco nel mezzo alla folla, lui non c'è ancora. Credevo fosse un tipo puntuale, è l'impressione che mi da, ma tutto sommato lui può farsi attendere...si, lui può!
Sono nell'angolo dedicato all'arredamento. Decido di fermarmi lì e attenderlo. Impaziente. Mi guardo intorno, prendo qualche libro a casaccio, sfoglio, osservo le figure, leggo qualche frase che mi salta all'occhio. Attendo. Una voce al microfono ci avverte: "Il manager mi ha appena chiamato avvertendomi che sono bloccati a 500 metri dall'uscita di Calenzano, ancora in autostrada. Vedremo di tenervi aggiornati." Ho ancora un'ora prima di tornare in stazione dal treno che mi riporterà a casa. Decido di attendere ancora. Bagni ultra-hi-tech, piscine da sogno, loft londinesi, appartamenti parigini...mi passano davanti milioni e milioni di euro di arredamento e design. E io attendo. E mi guardo intorno, così, per vedere le facce di chi come me impazzisce per il Maestro. Quasi tutti ggiovani. Quella davanti a me ha preso e posato e ripreso e riposato almeno venti libri. Lei, si vede chiaramente, non sa attendere paziente come me, ma anche no. Attendiamo. Sono passati 45 minuti e ancora nessuna notizia, alla faccia degli aggiornamenti! Eccola la voce di prima: "Sono ancora in via Reginaldo Giuliani, abbastanza lontano. A questo punto...DEVE arrivare. Ecco insomma, preparate i libretti dei cd da far firmare con la penna, ecco. Purtroppo non ci sarà tempo per foto ricordo. Come? Si si certo, qualcosa suonerà, non potrà esimersi, ecco!"
Attendo. Altri 10 minuti...ormai sono girata verso l'ingresso sperando di vedere quei suoi riccioloni neri spuntare tra gli scaffali pieni di libri....ecco insomma. Non attendo più. Sfodero la mia digitale e immortalo quel piano rimasto solo. Almeno per me.
Io e Giovanni siamo su due vie parallele...non ci incontreremo mai! Lui non sa che Firenze è irraggiungibile se non con il teletrasporto. Non ci si muove in questa città. Se fossi stata in vespa sarei andata a prenderlo anche in capo al mondo pur di sentirlo suonare dal vivo!
Niente da fare nemmeno stavolta...sarà per la prossima, giusto?! Io non demordo, ce la farò a vederlo, a conoscerlo, a stringergli la mano. Quelle mani che tanto mi fanno sognare ogni mattina quando mi sveglio con le sue canzoni...
Giovanni...saprò attendere pazientemente il prossimo appuntamento.